sabato 10 luglio 2010

Protesta degli Aquilani a Roma

Tensioni, scontri e tafferugli. È il bilancio della giornata trascorsa a Roma da circa cinquemila aquilani il 7 luglio. Sono andati nella capitale per protestare contro il mancato rinnovo della proroga delle tasse. Momenti di tensione con le forze dell'ordine, prima a Piazza Venezia, poi in via del Corso ed infine davanti a Palazzo Grazioli. Forzata la zona rossa in via del Plebiscito davanti alla residenza del Premier Berlusconi. Il bilancio è di tre feriti, per fortuna non gravi. Pestoni e spinte anche al sindaco Cialente.

(Fonte: Il Centro)

mercoledì 16 giugno 2010

L’Aquila: problemi aperti per la rinascita

Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo questo documento
sul processo di ricostruzione del Centro Storico de L’Aquila,
a firma di Bruno Gabrielli1.
Dopo il sisma del 2009 il Centro Storico de L’Aquila è diventato una “città fantasma” interdetta agli stessi residenti, dove la onnipresenza di macerie, ponteggi e puntelli conferisce un'atmosfera surreale. Il compito che impegnerà nei prossimi anni tecnici, politici, imprenditori e cittadini è gravoso: non si tratta solo di stabilire le regole per la ricostruzione degli edifici, ma di ri-vivificare una città che ha smesso di esistere la notte del 6 aprile, di farla ritornare identitaria, ricca di commerci, di attività, di servizi pubblici e privati. Ma su quali carte si giocherà il futuro de L’Aquila? Bruno Gabrielli con questo suo intervento offre un contributo al dibattito su come coniugare i valori del passato con una visione strategica del futuro che sappia indicare un possibile percorso per la rinascita dell' "Urbs", ma prima ancora della "Civitas" della città delle 99 chiese.
1 Ordinario di Urbanistica, Membro emerito Società Italiana Urbanisti, già Presidente Associazione Italiana Centri Storici

martedì 6 aprile 2010

Un anno fa

E’ passato un anno dal 6 aprile 2009 quando in piena notte, alle 03:32, un sisma di intensità pari a 5,8 della scala Richter ha colpito L’Aquila e la sua Provincia. L'evento sismico è stato preceduto da una lunga serie di scosse iniziate a dicembre 2008 e protrattesi con intensità sempre crescente fino al terremoto di inizio aprile che ha causato la morte di 308 persone e ha cambiato la vita a moltissime altre. Anche i danni al patrimonio edilizio risultano evidenti fin dalle prime ore: il 32% degli edifici privati sono inagibili, così come il 21% di quelli pubblici e il 54% del patrimonio storico artistico. Alla fine di aprile circa 67.500 persone che hanno perduto la casa sono assistite dalla Protezione civile in campi di accoglienza, negli alberghi della costa, o in altre situazioni abitative di fortuna. Nel corso dell’estate si aprono i cantieri del Piano C.A.S.E. e del Piano M.A.P, che con tempi rapidissimi offrono una soluzione abitativa confortevole a molti sfollati, ma ancora oggi a L'Aquila ci sono 2.455 abitanti che vivono negli alberghi, 622 negli appartamenti della scuola della Guardia di Finanza e 146 nella caserma Campomizzi. Gli alberghi sulla costa ne ospitano ancora 1.850 e altri 680 aquilani trovano alloggio temporaneo presso appartamenti lungo il litorale. A distanza di un anno dal sisma, con il cuore gonfio di emozione nel ricordo di quei giorni, è quindi tempo di fare un bilancio scientifico sul processo di ricostruzione, valutandone luci ed ombre con l'intento di tenere alta la tensione. Le note in download, dopo una rapida descrizione del modello posto in essere dalla Protezione Civile italiana, analizzano i risultati raggiunti rispetto a tre obiettivi prioritari, l’emergenza abitativa, il recupero del patrimonio storico e la rinascita delle economie locali, riflettendo su alcuni rischi che si sono venuti a determinare ed alcune attenzioni che sarà opportuno prestare, nella consapevolezza che non si può cantare ancora vittoria per quanto di buono è stato fatto, fin tanto che i tre obiettivi citati non saranno pienamente raggiunti.